Liu Bolin

LIU BOLIN - BIOGRAFIA DELL’UOMO INVISIBILE

Nato nel 1973 nella provincia di Shandong, Liu Bolin è stato allievo all’accademia centrale d’arte applicata di Pechino. Cresciuto in una Cina che stava attraversando un periodo di grande sviluppo economico, inizia a muovere i primi passi nel mondo dell’arte durante gli ultimi anni della Rivoluzione Culturale.

Così come per l’artista cinese Zhang Xiaogang, anche per Liu Bolin questo evento segnerà in modo significativo la poetica dell’artista oltre al suo linguaggio visivo. Uno tra gli eventi che segnò di più l’artista fu la demolizione da parte del governo cinese di un villaggio intero indipendente abitato da numerosi artisti, tra cui lo stesso Liu Bolin.

Le sue opere sono state più volte soggette a censure in Cina, costringendo l’artista a cercare sostegno in un panorama artistico internazionale. Le prime opere che riuscirono a superare i confini della Cina furono quelle della serie fotografica Hiding in the City. Liu Bolin diventa così testimone della vita all’interno della Repubblica Popolare Cinese e realizza queste opere trattando per la prima volta temi che saranno centrali nella sua produzione artistica, ovvero il rapporto tra esseri umani e ambiente, il potere, il consumismo, la memoria e il progresso.

Negli anni, Bolin Liu si è mimetizzato ed è “scomparso” in diversi luoghi del mondo, tra cui l’Italia, che è stata la protagonista della serie di lavori Hiding in Italy. Non solo l’artista ha reso omaggio a moltissimi luoghi sparsi per il mondo, ma ha anche esposto in numerosi musei prestigiosi come il Centre Pompidou a Parigi, al Complesso Vittoriano a Roma, nella sede delle Nazioni Unite a New York e al Fotografiska Museet di Stoccolma. Oggi Liu Bolin vive e lavora a Pechino.

LO STILE DI LIU BOLIN: THE INVISIBLE MAN

Conosciuto anche come The Invisible Man (L’uomo Invisibile), Liu Bolin è noto per le performance nelle quali svanisce e si annulla per entrare all’interno di paesaggi urbani o luoghi asettici. Grazie ad un total body painting, l’artista realizza opere di fotografia mimetica nelle quali si fonde con lo spazio circostante denunciando la condizione dell’uomo moderno che perde la sua identità a causa della società sempre più materialista e tecnologica.

“È un gesto di denuncia. Cos'è oggi lo sviluppo dell'essere umano, e dove porta? L'uomo sta scomparendo nel suo ambiente. La tecnologia ha portato molto sviluppo materiale, ma per restare umani cosa si deve fare? Io non voglio perdermi in questo labirinto, perciò scelgo questa forma di difesa. Io sono per un’arte di impegno civile“.

Le opere che vengono così realizzate sono un mix tra fotografia, installazione, performance e body painting.

LIU BOLIN - OPERE E SERIE PIÙ ICONICHE

Dopo la creazione della serie di lavori Hiding in the City del 2005, Liu Bolin sposta la sua attenzione in Italia arrivando a realizzare il ciclo di lavori Hiding in Italy (Nascondersi in Italia). Questi lavori volevano focalizzarsi sulla conservazione del patrimonio storico-artistico italiano, come punto di vista contrapposto a quello che accadeva in Cina, già denunciato da Liu Bolin. Colosseo è una delle opere più famose e iconiche della seria che mostra come l'artista sia riuscito a fondersi con uno dei monumenti dell’Antica Roma più importanti al mondo.

Nel 2011, Liu Bolin dà vita ad un’altra serie di lavori dal titolo Hiding in New York, nella quale l’artista si fonde con alcuni dei luoghi simbolo della Grande Mela.

L’artista decide poi di tornare in Italia per realizzare un nuovo progetto dal titolo Fade in Italy. In questa serie di lavori Liu Bolin decide di rendere omaggio al Made in Italy, ovvero il patrimonio produttivo del Bel Paese che è conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. Partendo da alcuni dei valori primari che caratterizzano il Made in Italy, l’artista ha scelto aziende e spazi simbolo della produzione italiana che sono divenuti il palcoscenico delle performance dell’artista.

Il 2015 è l’anno della serie di opere Migrants che tocca una tematica sociale importante per Liu Bolin. Migrants vuole raccontare l’attuale fenomeno dei processi migratori dall’Africa all’Europa. Le opere sono state realizzate a Catania nei luoghi emblematici che segnano questo fenomeno migratorio, nei quali Liu Bolin si mimetizza ancora una volta.

LIU BOLIN - LE COLLABORAZIONI PIÙ EMBLEMATICHE

Così come altri artisti del suo calibro, anche Liu Bolin è stato protagonista di alcune collaborazioni con brand rinomati come Moncler e Ruinart.

Con la collaborazione con Moncler, Liu Bolin realizza delle opere che rispecchiano il suo stile personale insieme alle tematiche centrali della mission di Moncler come, la vocazione all’avventura, il dialogo con la natura, la libertà andando a realizzare opere che spaziano tra arte e natura. 

La campagna venne realizzata per la stagione autunno-inverno 2017/2018 e ha visto il rinnovo della collaborazione tra Liu Bolin e Annie Leibovitz, fotografa statunitense con la quale aveva già collaborato per la campagna Primavera-Estate 2017. Grazie a Liu Bolin, Moncler ha dato luce a una campagna in grado di creare un immaginario surreale e che riprendesse lo stile del camouflage tipico dell’artista. Le opere realizzate rendono l’artista invisibile, ancora una volta, ma questa volta all’interno di un paesaggio nordico dell’Islanda.

Altra collaborazione rinomata e importante è quella Liu Bolin - Ruinart. Per il noto marchio di Champagne, l’artista ha trascorso per più di 10 giorni nella residenza a Reims per la realizzazione di scatti volti a rivelare il lavoro invisibile e nascosto che sta dietro alla produzione dei vini Ruinart. Con la sua invisibilità, Liu Bolin rivela e amplifica le competenze dei dipendenti della maison che lavorano dietro le quinte, evidenziando l’armonia del marchio con la natura, oltre alle competenze e al coinvolgimento dei lavoratori.

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