Proprio oggi, martedì 17 novembre 2020, avrebbe compiuto 92 anni Fernandez Arman, morto il 22 ottobre 2005 a New York, con all’attivo una carriera strepitosa che lo ha visto esporre a Chicago, Losanna, Venezia, Parigi, Bruxelles e molte alte capitali dell’arte nel mondo. La sua prima esposizione personale fu a New York nel 1961, alla Cordier-Warren Gallery dove presentò le opere Coupes (oggetti tagliati o segati) e Colères (oggetti rotti o violentemente danneggiati).
Arman, esposizioni e fama
Grazie alla sua determinazione il passo fu breve verso grandi musei come il M.O.M.A dove partecipò, insieme ad altri 144 artisti, all’esposizione The Art of Assemblage. Arman vi espose, tra le altre, l’opera Boom! Boom! una composizione di pistole ad acqua in plastica creata con la volontà di analizzare la cultura americana e il suo utilizzo delle armi da fuoco.
Arman, Accumulazioni
Nel 1980 inizia il suo lavoro su Bronzo che porta alla creazione delle prime tirature in bronzo di oggetti accumulati o tagliati. Da qui l’esposizione Accumulative Tapestry, alla galleria Bonnier a Ginevra, e successivamente numerose esposizioni personali a Monaco, Ginevra, Firenze, Parigi (F.I.A.C.), Tokyo e Nizza. La Serie che più ha caratterizzato l’arte di Arman: Accumulazioni. Simbolo del Nouveau Réalisme, queste opere sono frutto di vere e proprie accumulazioni di oggetti d’uso comune riciclati come scarpe, orologi e tubetti di tempera.
Arman, Violini scomposti
Le Accumulazioni sono osservabili in tre categorie: Accumulazioni di oggetti reali, Accumulazioni in Plexiglas e Accumulazioni in Box. Ma è la prima la categoria di opere più apprezzata nel mondo. Di questa fanno parte i soggetti più amati e studiati Arman: i violini. L’artista li sezionava per poi ricomporli sotto differenti forme rivestite di una patina d’orata in grado di renderli estremamente eleganti.
L’operazione di Arman sugli oggetti rendeva loro una nuova vita capace di trasformarli in raffinate opera d’arte. In vista del raggiungimento finale l’artista arrivava a bruciare gli strumenti musicali. Un’azione quella del fuoco, ricca di significati nella storia dell’arte; il devastare come a voler purificare l’oggetto primario per potergli donare una nuova esistenza. La dissacrazione del vecchio che dà vita al nuovo ci dimostra la volontà dell’artista di intervenire personalmente sulla fine degli oggetti.
È infatti celebre la frase di Arman: “Credo che nel distruggere ci sia la volontà di fermare il tempo”.
Arman ha fatto quello che tutti i più grandi artisti hanno fatto: ha trovato il modo di sopravvivere. La sopravvivenza è infatti una cosa che pochi di noi hanno avuto e che pochissimi avranno ed è data da due elementi: il ricordo, che si configura nel breve spazio/tempo, e il lascito, che, invece, prende forma nell’ampio spazio/tempo. Arman verrà ricordato per un lungo periodo di tempo grazie alle informazioni raccontate dai più anziani ai più giovani, e dai vecchi media a quelli nuovi. Ma la vera cosa che farà sopravvivere Arman per un periodo di tempo che possiamo definire eterno sono le sue opere.
Sulla sua tomba si lege la frase "Enfin seul!" (finalmente solo). È infatti nella solitudine del suo studio che Arman amava dar vita a tutte le sue opere; figlie di una creazione indisturbata, sono il lascito eterno di un artista geniale.
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