Martedì 11 ottobre, l'artista contemporaneo Damien Hirst ha bruciato centinaia delle sue opere d'arte acquistate da alcuni collezionisti come NFT (Non-Fungible Tokens) in occasione della sua mostra The Currency.
Circa un anno fa, Damien Hirst ha realizzato 10.000 dipinti raffiguranti gli iconici spot paintings e ha deciso di creare i rispettivi NFT delle opere fisiche. L’artista ha poi dato la possibilità ai collezionisti di scambiare questi NFT con l'opera fisica originale o di tenere l’opera sotto forma di criptoarte. Hirst ha poi dichiarato che avrebbe distrutto le copie fisiche delle opere acquistate come NFT.
Delle diecimila opere d'arte della sua collezione, quasi la metà sono state acquistate come NFT, al prezzo di 2.000 dollari (circa 2.070 euro) ciascuna.
Gli NFT sono beni digitali che fungono da certificati di autenticità e di proprietà; ciò significa che se un collezionista acquista un NFT, egli sarà il proprietario di quell'opera d'arte digitale, che si tratti di un disegno, di un video o di musica. Inoltre, a seconda della domanda del mercato dell'arte, è possibile venderne la proprietà a un altro collezionista a un prezzo più alto, dando la possibilità all’acquirente originario di fare un vero e proprio investimento.
THE CURRENCY: DAMIEN HIRST, 2021-2022
The Currency è stato presentato al pubblico come il primo progetto NFT di Damien Hirst nel luglio 2021, quando Hirst realizzò 10.000 NFT. Gli acquirenti potevano scegliere se tenere o meno l’opera come NFT oppure richiedere l’opera fisica rinunciando alla proprietà dell’NFT. Il periodo di scambio si è chiuso il 27 luglio 2022.
Questo martedì, Hirst ha trasmesso in live-stream l'evento dove si vedeva l’artista mentre bruciava 1.000 delle sue opere nei camini della galleria dove è esposta la serie. Alla domanda su cosa si provasse a bruciare le proprie opere d'arte, ha risposto:
“È bello, meglio di quanto mi aspettassi”.
Hirst indossava guanti grigi metallizzati lucidi resistenti al calore e una tuta da lavoro abbinata a una maglietta bianca.
CRIPTOARTE E POLEMICHE
Hirst è uno degli artisti più controversi del Regno Unito e forse anche del mondo dell'arte contemporanea. Il pubblico e la critica hanno opinioni diametralmente opposte nei confronti delle sue opere d’arte.
L'artista è stato molto criticato per aver bruciato le sue opere d'arte fisiche per trasformarle in NFT.
"Molte persone pensano che io stia bruciando milioni di dollari di opere d'arte, ma non è così”, dice. “Sto completando la trasformazione di queste opere d'arte in NFT bruciando le versioni fisiche”.
Tutti i dipinti raffiguranti gli spot realizzati nel 2016 su carta a mano, che non sono stati richiesti come opere fisiche, saranno bruciati dall'artista fino alla fine della sua mostra, The Currency, il 30 ottobre.
ARTISTI BLUE CHIP NEL MONDO NFT
Gli artisti definiti blue chip, le cui opere d'arte superano il milione di euro sul mercato dell'arte, stanno rapidamente entrando nel mondo della criptoarte.
Artisti come Jeff Koons, considerato l'artista vivente più ricco del mondo, sono entrati nel mondo della criptoarte realizzando le prime opere NFT. Famoso per la sua arte fisica, Koons, ha deciso di realizzare delle opere NFT, definendo il passaggio all’arte digitale come un’evoluzione naturale della sua arte.
Altri artisti come Takashi Murakami, Banksy e JR hanno iniziato a rinnovare la propria arte avvicinandosi proprio al mondo della criptoarte vendendo e realizzando anche loro le prime opere NFT.
Con un numero sempre maggiore di artisti tradizionali e street artist che si uniscono al mondo NFT, è difficile dire come questi cambiamenti influenzeranno il mondo dell'arte nel suo complesso.