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Venus After Tiziano with Kitty Chanel

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Artista: Tomoko Nagao Base: 120 cm
Supporto: Tela Altezza: 90 cm
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L'OPERA

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Il soggetto dell’opera di Tomoko nasce dalla fascinazione da parte dell’artista giapponese per l’icona di bellezza femminile e di italianità, sensuale e elegante rappresentata dalla Venere di Urbino del grande maestro del colore Tiziano. Tomoko Nagao realizza una versione pittorica olio su tela, con la magistrale stesura di livelli e velature di colore in tecnica superflat, tipica dell’arte pop giapponese contemporanea e una rilettura seriale impressa con spray e stencil su tela o sui muri della città secondo il mood della street art. L’attualizzazione a opera dell’artista Micropop e Superflat Tomoko guarda anche alla nota e charmant Olympia, opera di Manet conservata al Musée d’Orsay di Parigi che fin dalla sua prima esposizione in pubblico fece scalpore per la nudità del soggetto e perché Manet utilizza come modella la celebre Victorine Meurent, musa ispiratrice anche del quadro miliare ed enigmatico per l’arte occidentale Le “dèjeuner sur l’herbe”. A suggerire che la donna ritratta da Manet fosse una prostituta di alto rango sono alcuni dei suoi ornamenti che Tomoko individua e reinterpreta in chiave Kawaii: l’orchidea tra i capelli, come un fiocco stile “lolita”; il braccialetto e gli orecchini di pelle; il nastro nero che le cinge il collo, che nella versione attuale e global-fashion viene suggerita con un restyling in chiave iper-contemporanea, utilizzando gli accessori di una griffe mondiale del lusso come Chanel. Non poteva mancare il “pet”, l’animaletto da compagnia tanto di moda oggi e supplito da Hello Kitty. Il nickname Olympia, tra l’altro, era largamente utilizzato dalle prostitute di quegli anni, o “escort” come si direbbe ai giorni nostri. L’opera, la posa e l’iconografia sono collocabili in un filo conduttore presente nella storia dell’arte occidentale, prediletto da Tomoko nelle sue rappresentazioni di figure femminili delle serie Stencil art e nei suoi multipli di Vectorial Art, basti pensare alla “matrice” di questo filone aureo, ovvero la Venere dormiente di Giorgione conservata a Dresda (Zorzi da Castelfranco, Maestro di Tiziano) databile intorno al 1507-10 che Tiziano riprende proprio nella Venere di Urbino, oppure la Maja vestida e la Maja desnuda di Goya, che testimonia il fascino esercitato da questo tipo di posa-format, già utilizzato sia da grandi del passato che da artisti ultra-contemporanei come Tomoko. L’ Olympia sembra sia stata dipinta da Manet proprio per mettere in discussione e contrapporsi alla Venere di Urbino di Tiziano, come si può notare dai gesti. Se da una parte la mano sinistra del soggetto ritratto da Tiziano sembrerebbe utilizzata per circuire l’uomo, quella ritratta da Manet invece sembra allontanare quest’ultimo, simbolo della forte indipendenza a livello sessuale che il soggetto voleva lasciar intendere, emancipazione della donna alla quale guarda da tempo anche la poetica di Tomoko Nagao.

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L'ARTISTA: DEODATO ARTE ITALIAN SHOP

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